DART MISSION

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Dimorphos

Esattamente come nello scenario di un film di fantascienza che si rispetti, il 27 settembre, la NASA con la missione DART, produrrà un impatto fra un veicolo spaziale e l’asteroide Dimorphos.


Dimorphos costituisce, insieme a Didymos, un sistema binario di asteroidi definiti near-Earth, la cui orbita è vicina alla terra.

È il caso di spendere qualche parola in più su cosa siano gli asteroidi, si tratta di piccoli corpi celesti, costituiti da roccia o metallo, che hanno forma irregolare e si trovano in orbita intorno alla nostra stella, in una fascia compresa fra il pianeta Marte ed il pianeta Giove. Gli asteroidi, detti anche pianetini, hanno dimensioni che variano da qualche centinaio di metri a circa 900 chilometri.

Dimorphos, scoperto il 20 novembre del 2003, ha un raggio di circa 85 m e ruota intorno a Didymos, che è l’asteroide primario di tale sistema binario.

I più grandi asteroidi del sistema solare sono, in ordine, Cerere, Pallade, Vesta ed Igea.

Per fortuna, un corpo roccioso di piccole dimensioni, si disintegrerebbe a contatto con l’atmosfera terrestre, come è successo all’ asteroide 2008 TC3, avvenuta il 7 ottobre 2008. Lo scorso 11 marzo 2022, un asteroide ha colpito la Terra al largo delle coste Islandesi, fortunatamente è caduto in mare.

Sicuramente la nostra atmosfera ci ha già protetto in molti casi ed in molti altri continuerà a farlo, ma cosa succederebbe se un asteroide colpisse la terra? Come potremmo difenderci?

Bene caro lettore, ammettilo, stai già pensando alle scene del film di Bruce Willis, un ordigno nucleare che distrugge l’asteroide frantumandolo in tante piccole parti.

Mi dispiace dirti che quella descritta, ben lontana dall’essere la soluzione, renderebbe il problema ancora più grave. Avremmo scongiurato il pericolo di un impatto di un singolo corpo celeste di grandi dimensioni ma dovremmo fare i conti con decine di impatti, dei frammenti in cui l’asteroide si è diviso.

L’unica soluzione consiste nel tentare di modificare la traiettoria dell’asteroide, ad esempio, usando un veicolo spaziale, proprio, come nel caso della missione DART.